Important Furnishings, Majolica, Sculptures and Ancient Paintings

121

Ignoto scultore seconda metà XIX secolo

Bambino con vaso rotto

Scultura in gesso, modello originale
cm. 46 h.

Punti di riporto per la traduzione in marmo.
Bibliografia:
Gessi. Collezione Giovanni Turchi. Elementi di indagine: un primo risultato di ricerca, progetto a cura di Olivia Turchi, Firenze, 2017, p. 8.
Attribuito ad Adriano Cecioni (1836 - 1886) sulla base di una ipotizzata consonanza stilistica con il Bambino con il gallo, 1868, questo Bambino con vaso rotto è una scultura di indubbia qualità stilistica. Nell'ambito dell'attribuzione a Cecioni l'opera è stata collocata "tra il 1867, anno del ritorno da Napoli [a Firenze] e il 1870 quando l'artista parte per Parigi" (Gessi. Collezione Giovanni Turchi. cit., p. 8). Tuttavia non essendovi documento alcuno relativo a quest'opera nella letteratura critica e nei documenti sulla vita dell'artista, rimane arduo sulla base della sola comparazione formale decidere sulla validità dell'attribuzione. L'analogia tra questa scultura e il Bambino col gallo si limita solo all'espressione di stizza sorpresa dei due volti.
Il carattere ben più "espressionista" del volto del Bambino con vaso rotto rispetto a quello di Cecioni rivela un "verismo" nelle lacrime che scendono dagli occhi lontano dal tono di racconto quotidiano e più domestico di Cecioni.
Anche l'accentuazione delle cavità profonde degli occhi e della bocca appaiono abbastanza estranee alla tecnica di modellazione plastica di Cecioni, più attenta agli effetti di chiaroscuro pittorico che non di "vuoto" plastico.
La scultura denota forse una vicinanza, anche nella concezione di inserimenti del "vero" come il vaso, accorgimento impiegato tra gli altri da Vincenzo Gemito (1852 - 1929) in opere come Giovane pastore degli Abruzzi e Busto di giovane pescatore, in cui usava inserire orcioli veri, frammenti di reti da pesca e cappelli di paglia, alla scultura di area napoletana della seconda metà dell'Ottocento, con artisti quali Filippo Cifariello (1864 - 1936), Giovanni Battista Amendola (1848 - 1887) e Francesco Jerace (1853 - 1937). Come seconda ipotesi attributiva la collocazione della scultura potrebbe essere indicata nell'area della scapigliatura lombarda, si veda la consonanza con Cesto d'uva, 1893, di Eugenio Pellini (1869 - 1934), ma nessuna delle tre aree culturali ricordate può essere data per certa.
€ 4.000 / 6.000
Estimate
Evaluate a similar item
Live auction 248

Important Furnishings, Majolica, Sculptures and Ancient Paintings

fri 19 April 2024
SINGLE SESSION 19/04/2024 Hours 15:30